Produzioni Alimentari Resilienti

PAR

Il Progetto

Il Progetto PAR - Produzioni Alimentari Resilienti nei campi profughi sahrawi è finanziato dall’8x1000 8 x 1000 a diretta gestione statale – Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La popolazione sahrawi rifugiata nei campi algerini vive in condizioni critiche ed è costretta a dipendere dagli aiuti umanitari. Il territorio è deserto pietroso e le temperature posono raggiungere i 50° in estate. Le difficili condizioni ambientali e la carenza di fonti d’acqua e terre coltivabili ostacolano lo sviluppo di attività agropastorali per l’autoproduzione di cibo; allo stesso tempo, i campi profughi offrono scarse opportunità di lavoro e di reddito.

In questo contesto già molto fragile, la pandemia e la ripresa del conflitto armato con il Marocco (novembre 2020) , hanno avuto un effetto fatale.
La chiusura delle frontiere algerine avviata a marzo 2020 e durata fino a giugno 2021 ha comportato una situazione economica critica per tutte le famiglie che vivevano grazie alle rimesse dei familiari emigrati o che basavano le proprie entrate su attività commerciali transfrontaliere, lasciandole senza reddito.
Inoltre, con la ripresa della guerra, la popolazione sahrawi residente con il proprio bestiame nei territori liberati, divenuti area di conflitto, ha dovuto abbandonare quelle aree di pascolo e rientrare nelle tendopoli. Di conseguenza la salute del bestiame, che ha garantito per anni l’integrazione della dieta con carne e latte, desta preoccupazione in quanto le zone limitrofe alle tendopoli non forniscono pascolo sufficiente.
Gli alimenti autoprodotti mediante l’allevamento e l’agricoltura arricchiscono di vitamine e proteine animali dall'alto valore biologico la scarsissima dieta dei profughi, costituita integralmente da aiuti internazionali la
cui composizione è carente di prodotti freschi. Gli studi realizzati sullo stato nutrizionale della popolazione hanno evidenziato come il paniere alimentare ideato per far fronte a emergenze alimentari, se protratto, come nel caso delle tendopoli, per decenni, divenga esso stesso causa di malnutrizione diffusa, dovuta alla scarsa diversità della dieta e aggravata dall’inattività della popolazione.
La malnutrizione è, inoltre, associata ai problemi classici dei paesi occidentali (obesità, diabete, ipertensione) dovuti alla diffusa inattività della popolazione.

Gli obiettivi

L’obiettivo generale di contribuire a migliorare lo stato di salute e nutrizionale dei rifugiati sahrawi sarà perseguito grazie all’obiettivo specifico che vuole contribuire ad arricchire e diversificare l'alimentazione dei rifugiati con alimenti di qualità.
Sebbene l’ambiente locale sia notevolmente ostile, le risorse presenti (sia umane sia naturali) sono state attentamente identificate al fine di sfruttarne al massimo le potenzialità: il personale locale, il bestiame allevato, l’allevamento pubblico di avicoli e la M. oleifera, con il suo potenziale nutritivo e la sua sorprendente capacità di crescere in loco, sono le risorse su cui si baserà il nostro intervento, nell’ottica di creare uno sviluppo endogeno che possa protrarsi nel tempo e garantire dignità a tutti coloro che diverranno attori del proprio sviluppo.

Le attività

Le attività previste dal progetto sono:

-piantumazione di alberi prodotti nel CEFA (Centro Sperimentale di Formazione Agricola) presso le 800 famiglie beneficiarie

-attivazione di unità di produzione avicole ed orticole a gestione femminile per l’autoconsumo e la vendita

-esecuzione di un piano di assistenza tecnica permanente al personale gestionale e sanitario che opera nel centro avicolo statale

-creazione di un nucleo di veterinari specializzati in diagnostica per immagini ed epidemiologia

-ristrutturazione e costruzione di edifici

-sensibilizzazione e diffusione dei risultati del progetto tra la popolazione beneficiaria

Il progetto è stato finanziato da 8 x 1000 a diretta gestione statale – Presidenza del Consiglio dei Ministri

In allegato a questo progetto 

Scheda tecnica di progetto